ELICRISO (Helichrysum italicum (Roh) G. Don)


 


 
FAMIGLIA: Asteraceae

NOMI POPOLARI: Sempiterno, Semprevivu, Fiori di roch, Elicriso liquirizia, Zipro, Brotamo, Canapicchia, Costo bianco, Roseji di fiume, Scova di S. Maria, Uscradinu, Buredda, Perpetuini.
DESCRIZIONE BOTANICA

Portamento: pianta perenne, ramificata fin dalla base (suffruticosa) ì, che forma cespugli che raggiungono solitamente un’altezza di 30-40 cm. Caratterizzata da un colore grigio-biancastro dato dalla presenza di una fitta presenza di peli che ricopre tutta la superficie. Foglie: alterne, sessili e lineari. Lunghe 3-4 cm e larghe 1 mm, con il margine che si ripiega verso il basso (convoluta). Entrambe le superfici della foglia sono cosparse da un folto tomento (presenza di peli).

Fiori: si trovano all’apice del fusto, riuniti in corimbo in gruppi da 10-15 capolini. Questi ultimi sono formati da un involucro ricco di brattee sub-triangolari, con apice acuto e con superficie glabra. All’interno dei capolini si trovano i fiori di colore giallo chiaro, con una corolla tubolare che termina con 5 lobi di forma triangolare.

Frutti: achenio ovale-allungato con la superficie caratterizzata da numerosi tubercoli. Nella parte superiore presenta il pappo ricco di peli per facilitare la diffusione dei semi.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome Elicriso deriva dall’unione di 2 termini greci “elios” e “crusòs”, detto “Sole d’oro” per allusione al colore e alla forma dei suoi capolini. L’uso farmaceutico dell’Elicriso risale alla medicina greco-romana.

HABITAT: largamente diffuso sugli Appennini piemontesi, emiliani e verso sud nelle zone mediterranee e in quelle submontane. Raro nelle Alpi. Predilige l’habitat arido e roccioso, vicino al mare. Diffuso in Sardegna, chiamato anche l’oro di Sardegna, in quanto sull’isola si trovano diverse varietà di elicriso sardo.
TEMPO E MODALITA’ DI RACCOLTA O COLTIVAZIONE: le sommità fiorite dell’Elicriso si raccolgono in estate, tra giugno e agosto, tagliando i primi 10 cm evitando la parte inferiore più legnosa.

PARTE UTILIZZATA: sommità fiorite


IN COSMETICA: gli estratti di Elicriso vengono utilizzati all’interno dei prodotti cosmetici per la pelle particolarmente desquamata. Favorisce infatti il naturale equilibrio della cute arrossata e secca.



COME SI USA IN CUCINA: i fiori e le foglie di elicriso sono caratterizzati da un aroma che ricorda la liquirizia e la camomilla, per questo l’elicriso è utilizzabile in cucina per aromatizzare diverse preparazioni, salate e dolci. Ma, in modo particolare, vengono utilizzati per creare un liquore, facendo una macerazione alcolica dei capolini.

PRINCIPALI COMPONENTI

Flavonoidi - Olio essenziale - Ftalidi - Umbelliferone, scopoletina, esculetina in piccole quantità - Piranoderivati - Campesterolo, acido beta-sitosterol glucuronico - Elipirone e derivati dell’Alfa-pirone - Lattoni sesquiterpenici - Acido caffeico


PROPRIETA’ SALUTISTICHE PRINCIPALI: Lenitiva

FORME IN CUI SI UTILIZZA
Infuso: 1 cucchiaino da caffè in una tazza (250 ml) di acqua bollente, lasciare in infusione per 5-10 minuti. Filtrare e bere 2-3 tazze al giorno. Decotto (per l’uso sulla pelle): una manciata di capolini in 1 litro di acqua a bollore, lasciare poi bollire per 5 minuti. Lasciare in infusione finché non si raffredda. Filtrare e fare dei lavaggi sulla pelle. Tintura Madre (Soluzione Idroalcolica): 50 gocce diluite in un bicchiere d’acqua, assumere 1-2 volte al giorno. Oleolito di elicriso: ottenuto per macerazione dei fiori in un olio vegetale. Da applicare con un breve massaggio sulla pelle. Olio essenziale di elicriso: da utilizzare sempre veicolato con un olio vegetale e successivamente applicato sulla cute. Ottimo per le sue proprietà emollienti e lenitive sulla pelle. In aromaterapia viene considerato un ottimo rilassante.

RIMEDIO NATURALE PER:
Dermatiti - Eczemi - Pelle irritata - Scottature

CONTROINDICAZIONI: La letteratura non evidenzia effetti collaterali tossici alle dosi indicate, fatta eccezione di particolare allergia o sensibilità individuale.

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